LA CHIESA DI S. MARIA A TAIO
(arch. Candida Tuveri)
La chiesa è nominata per la prima volta in un documento del 1155. Costruita in stile romanico come appare in parte ancora oggi, fu rimaneggiata forse in periodo clesiano. All’inizio del ‘500 il cardinale Bernardo Clesio volle rimaneggiare molte delle chiese esistenti con interventi in uno stile “moderno”.
L’orientamento è quello classico: l’abside ad est e la facciata ad ovest.
La facciata principale è caratterizzata da un campaniletto a vela di tipo gotico. Il portale in pietra, forma un corpo sporgente coronato da una cornice che arriva alla sommità delle lesene sugli angoli del prospetto principale. Interessante e unica la strombatura romanica formata da colonnine e cordone in pietra a sezione rotonda a forma di arco.
Verso mezzogiorno un altro piccolo portale dà accesso alla navata. “A questa porta romanica è applicata in cima una lunetta tutta in pietra, che nel suo vano comprende in alto rilievo la figura a mezza vita dell’”Ecce Homo” di prospetto con corona di spine , sostenuta ai lati da due angeli alati, fino a mezza vita. Questa scultura è antichissima, forse della stessa epoca della chiesa, cioè del 1200. Purtroppo i sassi dei ragazzi hanno un po’ guastate le tre figure e i fini ornamenti”.
Questa citazione è tratta da un articolo pubblicato su “Alto Adige” il 26 e 27 settembre 1908 a firma dello storico di Taio Desiderio Reich che fece in quella occasione una approfondita ricerca sulla chiesa.
Lacerti di affresco sono visibili su questo prospetto, meglio conservati una Madonna con Bambino sec.XIV e un S.Martino del XV. In una nicchia è collocato un rilievo, Madonna con Bambino di Francesco Barbacovi di Taio 1680. Le grandi finestre rettangolari che illuminano l’interno sono frutto dei rimaneggiamenti clesiani e create a scapito delle finestrelle gotiche precedenti che in parte si possono ancora vedere.
L’interno è diviso in tre campate, la terza ad est, è riservata al presbiterio e illuminata da una finestra rotonda. Tre importanti volte a crociera costolonate costituiscono la copertura.
La chiesa conta tre altari. Una grande macchina decorativa costituisce l’altare maggiore che risale al 1686 di Pietro Strobl dedicato alla Madonna del Rosario , raffigurata nella pala, con Bambino e San Domenico e Caterina da Siena. Sulla cornice i medaglioni dei 15 misteri del rosario. Le importanti colonne dell’altare maggiore sono state intagliate da un ignoto scultore veronese e poi dorate da G.B. Bezzi. Anche il fratello Cristoforo lavorò a quest’opera intagliando molte delle statue minori che decorano la cimasa e le due ali laterali dell’altare. Tutta la doratura fu completata da G.Battista Bezzi nel 1688. I due angeli portacero sono opere di Strobl e la doratura di G.B.Bezzi.
Lo Strobl è anche autore dell’altare di destra dedicato a S.Antonio abate e S.Sebastiano che sono raffigurati nella pala. S Antonio Abate tradizionalmente conosciuto come S.Antonio del porcellino è protettore degli animali domestici soprattutto delle stalle. Tutti ricorderanno le immagini del santo poste dai contadini sulle porte di tutte le stalle. S Sebastiano era invece, insieme a S Rocco, che qui non compare, protettore contro la peste.
L’altare di sinistra dedicato agli apostoli Simone e Giuda fu eretto verso il 1483 da Simone di Castel Thunn fu rinnovato in questa forma da Giorgio Sigismondo di Thunn nel 1608 come compare documentato da una scritta in un piccolo riquadro che si trova sul fianco destro dell’altare stesso.
Nella controfacciata sono appesi 3 quadri di autori ignoti che rappresentano le feste mariane principali, databili nella seconda metà sec. XVII.
I costoloni delle volte interne sono stati decorati da Matteo Tevini nato a Marcena di Rumo nel 1869 e morto a Torino nel 1946. Sono dello stesso autore i cartoni delle vetrate ricchi di soggetti simbolici: il calice e le spighe, gli strumenti della Passione, l’Agnello e l’arca dell’alleanza (1935-37).
Bibliografia Fortunato Turrini “Le chiese di TAIO”